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Mi chiedono spesso se non trovo stancante fare 18 ore in auto per arrivare fino all'Oceano (perché anche se la Feancia è bella, indubbiamente, il mio interesse primario li ha più a che fare con la materia liquida, e quella solida in un orizzonte che termina con la minuta coperta di 667, l'attrezzatura ed il suo equipaggio). Ma il viaggio in auto è la parte della settimana in cui sto tutto il giorno a mangiare dolcetti e ascoltare audiolibri. Mica male! (Tranne quando mi fermo, spesso, per sbrigare un po'di lavoro al pc). La parte migliore però, ora che non posso ancora andare per mare, sono le ore a correre.
Questo tapisroulant (non vi dico la marca) è costato poco. Proprio all'inizio della pandemia, quando ho capito che andare a correre sarebbe stato un problema, non è stato facile accaparrarsene uno. C'era rimasto solo questo e quelli supercostosi. Il motore ce l'ha. Non va fortissimo, ma neanche io per il tempo che serve. L'ho usato davvero tanto. Il pianale si è deformato e al centro c'è ora come una buca. Però gira, gira e io corro la sera dopo il lavoro immaginando di navigare al largo. Immagino che dopo una strapoggia con vento forte, magari in solitario, vorrei ripartire subito a bomba (e non come l'ultima volta...). La course au large è fatta di tante cose, tantissime, ma per tenere un ritmo, senza correre il rischio di crollare, bisogna allenarsi almeno il giusto, che non è poco. Anzi! A me pare mai abbastanza.
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